I DEHONIANI ALL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA

I DEHONIANI ALL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA

L’università della Calabria (UNICAL) nasce nel 1972, nell’area urbana di Cosenza-Rende, su una superfice di circa 200 ettari. Progettata come campus (ad oggi, è il più grande e attrezzato d’Italia), essa conta 24.500 studenti, nella maggioranza calabresi e con un numero sempre crescente di stra­nieri, che al momento sono 1.309 provenienti da 81 località diverse.  Ci sono 14 dipartimenti, con 80 corsi di studio, 850 docenti e 650 dipendenti, tra personale tecnico e amministrativo.

L’UNICAL offre 2.300 posti letto, dislocati nei vari quartieri residenziali e cinque mense che distribui­scono più di 3000 pasti al giorno. L’Università è dotata anche di 330 laboratori e aule attrezzate, una biblioteca con oltre 600.000 volumi, un orto botanico, quattro musei, due teatri, due cinema e diverse strutture sportive.

La presenza dei Dehoniani

L’assistenza religiosa universitaria nell’ UNICAL è affidata alla parrocchia “San Paolo Apostolo”, che opera nel territorio in cui sorge l’ateneo.

La parrocchia e, quindi, la cura religiosa nell’università è affidata ai Padri Dehoniani, sin da quando è sorto il campus. Infatti, i primi dehoniani sono arrivati a Rende nel lontano 1977, quasi 50 anni fa.

La parrocchia, da quasi 25 anni, ha uno statuto particolare. Essa, infatti, è anche personale. Mons. Agostino, che l’ha voluta caratterizzare in questo modo, ha pensato, così, di dare più libertà sia agli operatori pastorali, nella loro azione evangelizzatrice, sia ai fedeli, che frequentano l’ateneo stabil­mente. Questi ultimi, infatti, possono così trovare, subito e vicino, un sostegno per il loro percorso di fede e la loro crescita spirituale.

Attualmente nella parrocchia lavorano tre religiosi a tempo pieno. Con loro collabora stabilmente, da 18 anni, una comunità di suore (Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori); ad oggi, la loro comunità è formata da tre suore. Le due comunità, dei padri e delle suore, abitano in ambienti distinti all’interno della stessa struttura parrocchiale.

La Cappella Universitaria

La parrocchia dispone, per concessione delle autorità accademiche, di uno spazio all’interno dell’uni­versità (un luogo centrale), adibito a Cappella Universitaria. Questo luogo favorisce la possibilità di stare vicini a tutta la comunità accademica per offrirle sostegno spirituale, formazione ai sacramenti e disponibilità a un semplice dialogo.

I padri e le suore sono presenti in cappella universitaria dal lunedì al venerdì, dalle ore 7.30. Qui, si condividono alcuni momenti liturgici come l’adorazione eucaristica quotidiana, le lodi e la celebrazione della Santa Messa. Poi, a turno, uno dei padri, al mattino, e una suora, nel pomeriggio, rimangono presenti in cappella. Questa cappella è anche il luogo dell’incontro settimanale con i giovani.

L’attività dei padri è orientata, essenzialmente, all’evangelizzazione e alla catechesi (c’è una buona partecipazione di studenti, di docenti e di personale tecnico-amministrativo). Inoltre, i religiosi dedi­cano molto del loro tempo al dialogo personale con la gente. All’interno del mondo universitario c’è una grande ricchezza cristiana che, purtroppo, la comunità non riesce a monitorare nella sua globa­lità.

Preziosa è l’attenzione dei religiosi verso la presenza degli studenti stranieri che, nel corso degli anni, tendono, sempre di più, ad aumentare. L’ateneo, essendo un luogo molto frequentato, diventa anche il posto dove si affacciano molti poveri a cui vengono offerte delle risposte, non solo spirituali, ma soprattutto concrete.

Ormai da 25 anni, sulla struttura centrale del campus (il ponte), prima di Pasqua, si celebra la Via crucis, appuntamento atteso e coinvolgente per l’intero ateneo e la comunità diocesana.

“L’apertura” della parrocchia “San Paolo Apostolo”

La parrocchia universitaria è aperta a ogni forma di collaborazione con altri istituti religiosi e con altre realtà ecclesiali che vogliono affacciarsi al mondo universitario (es. i fratelli cattolici di rito ortodosso, gli Oblati, le Suore Ausiliatrici…). Accoglie, con grande benevolenza, i fratelli “copti” che si ritrovano periodicamente con il loro “ministro” per la celebrazione eucaristica. Inoltre, cerca di avere un buon rapporto con tutte le realtà ecclesiali presenti nell’ateneo (Opus Dei, Focolarini, Agesci, RnS, CL, END…), anche se diventa difficile il loro coordinamento. La Fuci, che nel passato è stata presente, ormai è scomparsa. Negli ultimi tempi, è nata una collaborazione con l’ufficio diocesano “Migrantes” per avvicinarsi agli studenti stranieri.

Negli ultimi anni, la comunità parrocchiale organizza una settimana di missione negli alloggi e in tutti i luoghi dove risiedono gli studenti, con l’intento di mantenersi fedele al comando del Risorto di andare verso tutti. L’esperienza, di quanti si rendono disponibili ad andare in missione, è consolante. È un modo per avvicinarsi e mettersi in ascolto.

Nei periodi estivi, vengono, inoltre, proposti “campi” di formazione religiosa e momenti per rispolverare e coltivare i valori umanitari e dello Spirito: a questi inviti c’è una buona risposta.

I giovani, la fede e le domande

Ai più distratti, sembra che i giovani (in genere) non siano affatto interessati alla fede; pare che, nelle loro famiglie e nella loro formazione iniziale, la fede sia stata completamente rimossa o non vista come un sostegno indispensabile per la vita. È come se fossero arrivati alla vita adulta senza che nessuno abbia dimostrato loro, in modo credibile, l’importanza della fede.

Chi cura la proposta religiosa universitaria, e incontra i giovani in questi momenti della loro vita, si chiede quanta incidenza abbia avuto in loro la catechesi iniziale, nelle comunità di origine, e se ci sia stata una trasmissione della fede nelle famiglie. Comunque, sembra che, per cominciare un dialogo, sia necessario svegliare la domanda a cui i giovani sono segretamente interessati e, probabilmente, affamati.

La comunità ha conosciuto momenti in cui la partecipazione della gente era più numerosa, ma anche ora, con numeri più modesti, trova prezioso questo servizio. Essa è chiamata a sintonizzarsi con le realtà esistenziali di questo tempo, in cui ogni persona ha bisogno di essere riconosciuta nel suo volto unico. Chi opera in questo settore, crede che, pur nell’apparente indifferenza, i tempi siano fecondi e le persone, e i giovani in particolare, siano impegnati in una ricerca faticosa, nascosta e spesso dolorosa, ma che va intercettata. Questi tempi spingono, anche chi opera nella religiosità universitaria, a rivedere lo stile e il modo di avvicinarsi alla gente e, in particolare, ai giovani.

L’auspicio

Oltre all’auspicio di un coinvolgimento più corale da parte della comunità diocesana, ci si augura che anche i Vescovi delle diverse diocesi della Calabria (visto che gli studenti provengono quasi esclusivamente da questa regione) possano organizzare un incontro nella cappella universitaria con i giovani delle proprie diocesi, allo scopo di indirizzare i ragazzi a vivere la fede anche nel periodo della loro ultima formazione, prima di entrare nel mondo del lavoro.

La comunità dehoniana ha relazioni di cordialità molto buone con la comunità universitaria, basate su stima e rispetto reciproco. Volta per volta, quando si presentano occasioni per interagire, c’è sempre grande disponibilità a collaborare.

di Emanuele Sgarra

(Cfr. Messis 3/2024)

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