Albania

Missione Albania

 

Gli inizi con p. Michele Bulmetti

La presenza dei Padri Dehoniani in Albania è iniziata nel 1991 con p. Michele Bulmetti, arbresh, già missionario in Mozambico e Madagascar. Con il suo proverbiale e coraggioso entusiasmo inizia a calpestare la terra dei suoi antenati alla fine dell’estate di quell’anno. Osserva la situazione, la comprende per poi ritornare in Italia a trascorrere l’inverno. Ma nella primavera del 1992 rientra in Albania e si stabilisce prima a Lezha poi a Milot, dove collabora con don Frano Illia, un sacerdote sopravvissuto alle terribili persecuzioni comuniste. Dietro suo suggerimento si trasferisce a Gurëz: una località che ha avuto profonde radici cristiane ed è stata bagnata dal sangue di molti martiri, tra i quali il beato don Stefano Kurti.

Con il consenso del popolo ricevette in dono circa due ettari di terra da un privato; con il sostegno morale del Nunzio apostolico e con l’aiuto finanziario dei confratelli dehoniani, di istituzioni religiose e laiche e di numerosi volontari intraprese la grande opera.

 

Il complesso parrocchiale di Gurëz

Il sogno si stava realizzando… Nella primavera del 1993 diede inizio alla costruzione del grande complesso parrocchiale. Al centro collocò la chiesa, a sinistra la casa delle suore con l’infermeria, la scuola materna, il reparto per i volontari, e a destra la casa dei Padri, con le opere parrochiali, i giochi, e gli ambienti per l’accoglienza dei gruppi.

Nel febbraio 1998 i Serbi per soffocare le ribellioni in Kossovo cominciarono a bombardare la popolazione. Le migliaia di persone, per sfuggire alla morte, abbandonarono le loro case e giunsero in Albania. Padre Michele mette a disposizione le sue strutture e le sue risorse per alleviare le loro sofferenze. La chiesa diventa centro di raccolta degli aiuti umanitari. Egli viaggia su strade polverose e disastrate tra Scutari, Tirana e Durazzo, per sdoganare i container. In questo suo pellegrinare per amore dei fratelli, una crisi violenta di asma lo stronca il 4 maggio 1999 a Laҫ.

 

L’arrivo di p. Pasquale Nalli

Infine il 24 settembre del 2000 arrivano in Albania padre Pasquale Nalli per la comunità di Gurëz, e padre Antonio Bozza per quella di Scutari dove già si trovava p. Mario Bosio.

A Gurëz è presente p. Giuseppe Civerra che ha guidato la comunità parrocchiale dopo la scomparsa di p. Michele. Con la venuta di p. Pasquale si organizza e si sviluppa la catechesi e la preparazione dei catechisti. La nuova evangelizzazione iniziata in questa terra, solcata dall’odio contro la fede cristiana e la Chiesa, è come una nuova semina, che richiede l’immensa pazienza dell’attesa, senza pretendere di vederne i frutti.

 

Non solo culto

Accanto al servizio religioso si sono organizzate molte attività caritative e sociali. Mediante la Caritas doniamo alle famiglie in condizioni economiche disagiate, alimentari, prestazioni mediche e strumenti ortopedici. Inoltre da alcuni anni abbiamo collaborato con l’ospedale civile di Laç per la ristrutturazione dei bagni, del pronto soccorso e la fornitura di medicine.

In occasione del forte terremoto del 26 novembre 2019, preziosa è risultata la collaborazione dei Padri Dehoniani con le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo per la fornitura di moduli abitativi alle famiglie che trascorrevano la notte ancora nelle tende.

Nell’ambito dell’agricoltura si è avviato un progetto finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana per la formazione di alcune famiglie che hanno ricevuto delle serre per la coltivazione di ortaggi, piante da frutto e altro. Alcune famiglie hanno ricevuto dalla parrocchia dei PP. Dehoniani animali domestici per avviare in proprio un allevamento.. Il tutto ha come obiettivo il far apprezzare la ricchezza della terra, di imparare a valorizzarla in modo biologico, traendo da essa dei profitti per le proprie famiglie. L’impegno sociale può diventare una finestra aperta verso la crescita dei valori sociali fondanti la vita di una nazione, verso una mentalità di cooperazione che produce economia.

Proficuo per la popolazione locale si è rivelato il dialogo e la collaborazione solidale tra i Padri Dehoniani e il Centro “Seme di Carità” dei Fratelli Evangelici di Laç: la mensa per bambini e famiglie in difficoltà è stato il frutto prezioso.

 

Una finestra sulla disabilità infantile

L’idea di aprire una finestra sulla disabilità infantile nella Parrocchia dei Padri Dehoniani di Gurëz nasce dall’incontro di padre Pasquale con Sergio Rigamonti, un educatore sanitario nonché consacrato nella Comunità di don Divo Barsotti. Si era rimasti colpiti dalle gravi patologie di cui erano affetti vari bambini della zona: epilessia, au­tismo, ritardo mentale, sindrome di down, sordità, disturbi del comportamento e altre sindromi ge­netiche. Purtroppo sul territorio albanese di Laç si avverte la mancanza di strutture e iniziative che si prendano cura dei bambini e adolescenti portatori di queste disabilità neuropsichiatriche. La cosa non sorprende, considerando lo stato di abbandono in cui versa tutta la sanità pubblica. Molti non vedono un medico da anni. Le diagnosi sono molto imprecise e non supportate dai necessari test diagnostici; le terapie sono attribuite in modo sommario e mai verificate; non vengono fatte le indagini sanitarie necessarie. Molti bambini sordi non hanno mai fatto esami audiometrici, né sono stati forniti di una protesi.

A questi appelli, con l’aiuto dei benefattori, hanno risposto Sergio Rigamonti e il prof. Ciro Ruggerini, neuropsichiatra, attraverso un progetto sulla “Promozione dello sviluppo e della salute delle persone con disabilità” a servi­zio della provincia di Laç, nella parrocchia dei Padri Dehoniani di Gurëz.

 

I Dehoniani a Scutari

I Padri Dehoniani dal 1996 sono presenti anche a Scutari, dove il padre Mario Bosio, prima di costruire una propria abitazione, prende in affitto una casa per accogliere alcuni seminaristi che frequentano il liceo presso i Padri Gesuiti di Scutari. Intanto offre il proprio servizio religioso in diverse chiese di montagna.

Nel 1997 viene affidata ai Padri Dehoniani la parrocchia comprendente il territorio di Boriç – Rrjoll. Qui, mentre era appena iniziata la costruzione della chiesa su progetto di un ingegnere italiano, si comincia ad organizzare la vita della parrocchia con la celebrazione delle messe domenicali, la catechesi e l’amministrazione dei sacramenti.

Nel settembre del 2000 arriva a Scutari anche il p. Antonio Bozza.

Tra il 2002 e il 2005 vengono costruite altre chiesette nei villaggi ove sono gruppi di famiglie cattoliche.

 

La parrocchia di Boriç – Rrjoll punto di riferimento sociale del territorio

Nel periodo estivo giungono, per l’animazione dei ragazzi e delle famiglie, alcuni gruppi dall’Italia, dalla Germania e dalla Polonia, animati dai vari Padri Dehoniani.

Nel 2008 viene costruita una struttura aggregativa, comprendendo un ampio salone, delle aule per accogliere i bambini della scuola materna e locali per l’abitazione dei padri.

La parrocchia di Boriç – Rrjoll abbraccia in un territorio molto povero, con gravi problemi sociali ed economici. La maggior parte delle famiglie è arrivata qui dalle montagne, per sfuggire alla miseria economica e, a volte, anche alle minacce della “Legge della vendetta”, che costringe alcune famiglie a restare barricate in casa con armi sempre a portata di mano. Il vicino confine con il Montenegro favorisce il contrabbando, soprattutto di sostanze stupefacenti, di armi e di varie merci soggette a tasse. In questo ambito sociale c’è molto da lavorare per costruire una nuova mentalità con proposte educative concrete e con interventi sociali e politici nel campo sia dell’istruzione delle nuove generazioni sia della formazione al lavoro.

Nel 2001 avviene in modo casuale la scoperta dei ruderi del complesso probabilmente benedettino di Shën Gijn a Boriç. In questo luogo da decenni la gente si raduna nei tredici martedì prima del 13 giugno per invocare l’intercessione di Sant’Antonio da Padova, molto venerato in Albania. La partecipazione dei fedeli, provenienti dai villaggi confinanti, per la recita del rosario, per il sacramento della confessione, per un momento di catechesi e la celebrazione dell’Eucarestia, è molto numerosa.

Dehon diceva: “I miei Missionari andranno nelle terre più difficili, per portare a tutti il Regno del Sacro Cuore”.