Il volto e la storia di una congregazione religiosa portano il segno di colui che ne è stato il fondatore e che, nella tradizione, viene chiamato il “Padre Fondatore“. Si tratta, in verità, di un’autentica “generazione spirituale“, la cui fecondità si misura dai frutti che porta attraverso i secoli.
I sacerdoti del S. Cuore infatti, si presentano come “Dehoniani“, perché il fondatore è stato p. Leone Dehon, Sacerdote colto, di profonda spiritualità e dinamismo, nato a La Capelle, diocesi di Soissons, nella Francia settentrionale, il 14 marzo 1843 e deceduto a Bruxelles in Belgio il 12 agosto 1925.
Il p. Dehon, figura di spicco del cattolicesimo sociale di fine ‘800, come ogni fondatore, è vivo e presente nella Chiesa attraverso l’operosità dell’Istituto da lui fondato, proprio perché la fecondità di un’opera si giudica dai frutti.
I 2400 Dehoniani svolgono il proprio lavoro apostolico, offrendo la propria testimonianza religiosa, in oltre 41 paesi sparsi nei cinque continenti: una presenza modesta di fronte al clamore dei problemi emergenti; un lavoro diuturno per proclamare il Vangelo e servire i fratelli, a partire dagli ultimi; e questa diventa proposta perché cresca la “Civiltà dell’Amore”.
Ai suoi religiosi infatti non affidò nessuna opera specifica. “Ai tempi nuovi opere nuove” era solito affermare. La questione sociale, con tutte le sue implicanze politiche ed economiche, era per lui un tema cruciale dei tempi nuovi in continua trasformazione; per cui il cristiano come il facente parte della famiglia dehoniana deve essere, per il p. Dehon, uno specialista dell’Amore nel sanare (riparare) e trasformare il mondo…
E in questo è stato un vero anticipatore dei tempi: il Concilio Vaticano II° infatti si è appropriato di questo assillo: “La legge dell’umana convivenza è l’Amore“.